Il 30 settembre si è conclusa la mostra Artists in Masks, presso la Galleria Comunale del Castello Aragonese di Taranto.
Circa 400 visitatori hanno avuto modo di apprezzare le opere della collettiva paneuropea che ha creato occasioni di incontro e di scambio tra gli artisti.
Camilla Deponte, ha intervistato l’ideatore del progetto, Gerd Lepic.
D: Com’è nata l’idea di Artists in Masks?
Artists in Masks è il seguito di un progetto artistico che abbiamo lanciato lo scorso anno.
A causa della situazione pandemica, era impossibile lavorare insieme in presenza.
Così, abbiamo creato un progetto su internet al quale hanno aderito oltre 40 persone, 40 artisti da sette paesi.
Io li ho incontrati durante un lungo viaggio che ho fatto con mia moglie attraverso tutta l’Europa.
Abbiamo chiamato questo viaggio “La colonia di artisti in movimento” e quando siamo rientrati, a causa della pandemia, abbiamo avviato il progetto “Masks”
Quando il progetto si è concluso, il mio collega in Francia Eric Schaftlein ed io abbiamo chiesto a tutti i partecipanti: Vuoi fare parte di un gruppo informale di artisti?
Questo gruppo si è avviato con il nome di “Artists in Masks” con supporto di alcune associazioni: una di queste è EuroArt, la federazione europea delle colonie di artisti.
D: Quali sono i principali obiettivi di EuroArt?
EuroArt è stata fondata nel 1994 e attualmente conta circa 80 membri da 14 paesi, e il suo obbiettivo principale è preservare l’eredità storica di questi posti.
Un tempo, lì c’erano colonie di artisti.
La maggior parte di esse furono chiuse quando cominciò la prima guerra mondiale ma hanno ancora molti dipinti, molti spazi espositivi in tutta l’Europa.
Questo è il primo obiettivo di EuroArt: preservare questa memoria, questa eredità.
E l’altro è costruire una connessione tra questo aspetto storico e l’arte contemporanea, promuovendo la collaborazione tra persone, istituzioni e gruppi di artisti in tutta Europa.
D: Perché siete venuti a Taranto?
Taranto è stata una delle prime destinazioni che abbiamo scelto quando abbiamo progettato il nostro grande viaggio.
Volevamo visitare le colonie di artisti ma volevamo anche vedere i posti che erano o sono ancora importanti per lo sviluppo culturale in Europa.
E Taranto è uno dei posti più importanti: 1400 anni prima di Cristo, c’erano forti relazioni tra questa regione e la regione dell’Egeo, la Grecia, molto tempo prima che gli Spartani arrivassero qui.
E dopo che le colonie spartane furono costruite, c’è stato un periodo molto lungo durante il quale beneficiarono dei progressi delle colonie greche: prima di tutto nelle scienze, nella filosofia e anche nell’arte.
Quindi, secondo noi, Taranto è sempre stata una culla per la cultura europea.
D: E perché avete scelto proprio il CLAM?
In ogni città, villaggio, posto in cui siamo stati, abbiamo voluto conoscere ed entrare in contatto con gli aspetti storici del luogo.
Questo è stato molto facile da trovare a Taranto, perchè c’è un museo meraviglioso, il MarTA.
Ma d’altro canto, cerchiamo sempre di entrare in contatto anche con gli artisti contemporanei e per questo cerchiamo associazioni, gruppi in cui gli artisti sono organizzati.
E a Taranto ne abbiamo trovato solo uno: L’associazione CLAM International.
È stato molto facile entrare in contatto con i suoi artisti: alcuni di loro sono stati subito entusiasti dell’idea di una collaborazione europea.
Infatti, hanno partecipato al progetto “Masks” e successivamente, alcuni di loro anche al progetto “Artists in Masks”